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Solution


Arriviamo al 221B di Baker Street proprio mentre ricomincia a piovere a dirotto. Troviamo Lestrade, con uno sguardo perplesso: «Nessun successo?» gli chiedo.

«Nessuno, dopo un’intera giornata di interrogatori. È proprio ora che Holmes ci dica la sua su questo caso. Se di grazia, ci consente di ascoltare qualche sua idea in merito.»

Holmes resta silenzioso vicino al caminetto, respira lentamente, trattiene un romanzo ma non lo sta leggendo.

«Per quanto mi riguarda, credo di aver capito una cosa.»

Holmes chiude il libro: «Per questo caso funziona uno dei miei metodi più semplici: determinare innanzitutto chi trae maggior beneficio dal delitto.»

«Holmes, abbiamo seguito molte piste. A questa domanda, stavolta non c’è alcuna risposta ovvia».

«Esatto Watson. Ma c’è un aspetto, direi inanimato,che ci fornisce un buon punto di partenza: il giornale. Al mattino erano pubblicate già due lettere riguardanti un omicidio…»

«… commesso alla sette della sera prima.» conclude Lestrade, mortificato. «Era questo avrebbe dovuto insospettirci!».

«Ebbene, ora seguitemi. Le lettere erano del Reverendo Norman Potter, parroco della chiesa devotamente frequentata dalla vittima, e di un misterioso G.O’G., che sembrava essere del tutto scorrelato dalla vita di Lord Fink Wolmer. Analiz- ziamole. La lettera del reverendo Potter, per quanto sospetta per la tempestività, ha un senso: un reverendo ha tutto il dirit- to di esprimere cordoglio per la morte di un illustre parrocchiano.

Ma chi è il G.O’G. che scrive? E perchè?

L’annuario di Londra ci consegna facilmente un solo Gary O’Grady. Una rapida chiacchierata con lui mi ha fornito una sequela di eventi – possibili, per quanto improbabili - che spiegava come mai fosse a conoscenza del delitto e la sua lettera fosse arrivata così velocemente in redazione. Ma prima di cercare di capire se dovevo o meno credere alla sua storia, ho capito che le sue risposte si legavano al racconto della testimone Maria Chaffe, riportato dal Times. La nuova domanda a quel punto era diventata: come mai i lampioni della strada fuori l’Università non erano accesi al momento dell’agguato?

Focalizziamoci allora su O’Grady: ha incontrato un lampionaio che lavora in quella parte della città, individuato con cer- tezza in un certo E.S. Livingston. Ho fatto visita anche a lui e - pur non riuscendo a parlare direttamente con l’uomo - ho scoperto che sua moglie lavora come babysitter per il fratello di Lord Wolmer. Circostanza fortuita ma doppiamente fortu- nata, perchè la signora si è lasciata scappare ben due dettagli che non avremmo potuto raggiungere altrimenti: la sua famiglia è doppio filo a quella di Mary e Charles, ed inoltre Charles Wolmer le aveva dato una somma consistente, anche superiore al servizio reso.

A questo punto la pista era ben delineata: Charles Wolmer aveva pagato il lampionaio per non accendere all’ora previ- sta i lampioni fuori dall’Università, e potendo colpire protetto dall’oscurità, aspettava che suo fratello Firk uscisse dal Di- partimento. Probabilmente il lampionaio non aveva alcuna idea del motivo per cui gli si chiedesse una cosa del genere, ma non avrebbe mai osato rifiutare, considerato che la quasi totalità delle entrate della famiglia provengono da Charles e dalla moglie Mary. Anche dopo aver capito che era stato inconsapevolmente complice di un omicidio, Livingston deve aver pre- ferito non dire niente – e anzi preferendo non farsi trovare, continuando a lavorare come nulla fosse - piuttosto che perdere la fonte di sostentamento della sua famiglia.

Probabilmente Lord Wolmer ha visto una figura nel buio, ha acceso un fiammifero per vedere meglio, ed è stato colpito a sangue freddo dal fratello, a cui la forza non manca, immediatamente al centro del petto. Questo spiegherebbe il lampo vi- sto dalla testimone. Non mi restava che capire il movente, cioè cosa Charles avesse da guadagnarci.

Mi sono recato ovviamente a casa di Charles Wolmer, per affrontarlo faccia a faccia. Ma non si è fatto trovare, per-

ché stava portando la figlia a Croydon in attesa che la tempesta si calmasse. Tuttavia, è stata proprio sua moglie ad inca- strarlo. Charles non può permettersi lo stesso tenore di vita del fratello maggiore, ed è parecchio stressato dal non poter ga- rantire alla sua famiglia tutte le comodità. Aveva questo a che fare con le proprietà di Lord Wolmer?

Supponendo che tutti i beni di Lord Wolmer passassero alla moglie e alle figlie, avrei sbagliato. Per risolvere un caso, le supposizioni vanno verificate tutte: infatti un controllo a Somerset House mi ha fatto capire che le cose non stanno esat- tamente così. Il denaro, i beni e gli investimenti di Lord Wolmer passano alla famiglia, ma la sontuosa dimora è stata vin- colata dal bisnonno: «Abiterà la casa all’89 SO chi manterrà il titolo di Lord, ovvero l’erede maschio più prossimo nella mia diretta discendenza».

Il commissario Lestrade comincia a parlottare con i suoi, alcuni dei quali escono di corsa dalla stanza.

«La moglie di Charles evidenziava come Firk parlasse spesso di quanto avrebbe voluto avere un figlio maschio. Un particolare forse insignificante. Ma durante la lunga malattia di Firk, non è forse Charles rimasto pazientemente alla fine- stra, pagando affitti sempre più cari per una casa che forse non si poteva permettere? Non ha forse investito – per così dire - in medicinali sbagliati? Che la spintarella fosse voluta o no, per tutto quel tempo Charles ha pensato che a Firk, di molto più anziano, non rimanesse poi molto da vivere. Un giorno o l’altro, la casa doveva essere sua.

Ma poi Firk si è rimesso, e Charles si è trovato nei guai. Si sarebbe trasferito in una zona più a buon mercato? Poteva permettersi di pagare affitti esosi? La mente umana trova sempre una strada, anche se la terza opzione finisce per essere un crimine.»

«Ma non si parlava di un suo grande annuncio? Questa pista sembra non averci portato da nessuna parte.»

Il lento, ritmico dondolio di Holmes si interrompe. Piega la testa da un lato: «E se il grande annuncio fosse che la moglie era nuovamente incinta? Firk deve averglielo anticipato a cena venerdì scorso, quindi Charles sapeva che l’unica maniera per prendere quella casa, sarebbe stato togliere di mezzo il fratello quanto prima.»